Marco De Pietri
Egittologo
1990 - 2025
l nostro Centro e tutti coloro che lo hanno conosciuto ed amato si stringono attorno alla famiglia del caro Marco De Pietri che in queste ore ha incominciato un viaggio di luce nell'Eterno Amore.
Stimato dai colleghi, amato profondamente dai suoi allievi per pazienza e profonda disponibilità, lascia un vuoto incolmabile e uno strazio nel cuore di tutti noi attutito solo dal pensare che questo dolore sordo e costante sia lo sprone a fare sempre e di più in memoria sua.
Ciao Marco! vorremmo dire non come un addio, ma come il saluto di quando ti vedevamo arrivare con mille fogli e idee al Centro.
Ci mancheranno le tue chiacchierate e le tue lezioni, in profonda umiltà e disponibilità di cuore sempre, ma in realtà sappiamo che il tuo lavoro parlerà sempre di te, della tua gentilezza d'altri tempi e del tuo profondo senso di giustizia.
Andrea Sassi, il nostro colto bibliotecario, tra le lacrime, mi raccontava di come ricordava la tua disponibilità nel raccontargli dettagli al Museo Egizio, in disparte, per aver tempo e desiderio di guardarlo negli occhi per capire se eri stato sufficientemente esauriente. Con Cristina ci siamo trovate una sera a dirci:
"ma è vero? non riesco a crederci!" e il silenzio che c'era tra noi era la speranza di una smentita che non è arrivata più.
Una sera mi ricordo che mi dicesti con fermezza delle cose, ma era bellissimo che lo facessi con la tua limpidezza e ci eravamo capiti in tutto! volevi incoraggiarmi a tirare fuori il meglio di me, come facevi anche con Cristina che ti aveva reso fierissimo del suo Corso ed è indimenticabile il tuo sorriso compiaciuto quando ti collegavi on-line.
Con i bimbi delle scuole di Feriolo che, diciamolo, ti adoravano, eri una sorta di supereroe degli archeologi ma allo stesso tempo lo zio preferito a cui chiedere tutto!
Ma sarebbero tanti gli episodi, che magari racconteremo in un altro momento perché so che avresti detto "Oh! mamma no!" guardando l'orologio.
Ti vogliamo tanto bene!
Gerta, Cristina, Andrea, Enzo, Marco Botti, e la sua Francesca, Cesare, Renato, Marco Simone, Raffaella, Beppe, Giorgia, Chiara, Frà Enrico, gli amici della Biblioteca di Verbania, gli amici dei blog, di Domodossola, il gentile e attento Paolo Lampugnani, i Padri Rosminiani, gli amici di Palazzo San Francesco tanto sensibili e il curatore Federico Troletti, la Biblioteca di Domodossola, la cara
Ania Coluccino, Marco Zacchera,
Carlo Terruzzi, l'Assessorato alla Cultura di Domodossola con Daniele Folino e la profonda Franca Maltempi, il Comune di Villette e la Signora Sindaco, l'Ecomuseo di Malesco, e colleghi, gli amici del CIEB di Piedimulera e gli allievi dei tuoi corsi compreso Fabrizio, il tuo ultimo allievo a cui ti eri affezionato sinceramente perché amava chiedere e scoprire, Fabrizio che ringrazio anche io per la sensibilità dimostrata e la vicinanza in questi giorni.
Un grazie di cuore anche a Nicola Reggiani, Guido Borghi, gli splendidi coniugi Buccellati, Christian Greco e tutti coloro che concedevano alla tua dolce delicatezza giusta attenzione e stima per il tuo grande talento.
Ma tutti ringraziamo e chiedo perdono se dimentico qualcuno, ma spero capirete.
Alla famiglia, ai cari Cinzia, Giorgio e Laura, possiamo dire solo grazie di avercelo donato e ricordavo spesso a Marco, che amavo sinceramente come un fratello,
un Salmo (146,4 ) che dice :
" Il Signore conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome. "
Ora sappiamo tutti che quella che brilla tanto ha il nome del nostro
Egittologo preferito.
Gerta e tutti
Ci troveremo per una Messa e un momento di riflessione e saluto insieme con gli amici presso la Chiesa del Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola dopo l'ultimo saluto a casa sua.
La famiglia di Marco ha chiesto di non donare fiori ma offerte a vostra scelta al Centro Botti o a qualsiasi altro Ente o causa che Marco avrebbe approvato.
È stato difficile per me scrivere queste poche righe, perché mi sembra ancora tutto irreale.
Come quando ci si sveglia da un brutto sogno, ma non si è ancora del tutto svegli, e ci si ritrova in uno spazio liminale, dove tutto è, al contempo, famigliare ed estraneo.
E invece, purtroppo, oggi siamo qui. È tutto vero.
Quando ho saputo che Marco ci aveva lasciati, per un po’ non ci ho creduto. Mi rifiutavo di crederci.
Poi, è subentrata la rabbia: “Com’è possibile? Com’è potuta succedere una cosa del genere? Perché proprio a lui? Così giovane, così brillante, con ancora così tanto da fare e da dare… È ingiusto.”
Sono corsa subito a cercare nella galleria dello smartphone una foto mia e di Marco insieme, che mi piace particolarmente, scattataci da Gerta in occasione di uno dei primi incontri per il CIEB, mentre discutiamo animatamente di Egittologia e progetti futuri, al tavolino di un bar di Domodossola, davanti a un caffè. Ci sono affezionata, a quella foto, perché è riuscita a fissare in un istante silenzioso ed eterno il modo speciale in cui Marco mi ha accolta e mi ha sempre fatta sentire, sin dal nostro primo incontro.
Per varie ragioni, dopo la laurea, non ho proseguito la carriera accademica; non ho, quindi, i titoli che aveva lui, né, tanto meno, la sua preparazione e la sua competenza. Eppure, Marco mi ha sempre trattata come sua pari, come se fossimo allo stesso livello, incoraggiandomi a riconoscere i miei meriti e a credere di più in me stessa. E non è mai stata un’asettica cortesia professionale, la sua, ma semplice bontà d’animo, e gentilezza, e profonda umiltà e generosità di spirito.
Nel buio profondo del dolore che ora stanno attraversando, io mi auguro che la famiglia di Marco possa stringersi intorno alla luce e al calore della persona straordinaria che era, e trarne conforto, e orgoglio, anche.
Ma non mi piace parlare di Marco al passato, né mi serve, in realtà. Non devo voltarmi indietro per trovarlo, perché credo che tutti noi siamo anche quello che le altre persone ci hanno lasciato, gli insegnamenti che ci hanno trasmesso, e Marco è ancora qui, con noi, ogni giorno.
È dura abbandonare le cattive abitudini, ma, d’ora in poi, ogni volta che mi troverò ad affrontare un discorso in pubblico, penserò a Marco, a quello che direbbe per aiutarmi a superare le mie insicurezze, a come mi incoraggerebbe a credere in me stessa e ad avere fiducia nelle mie capacità.
Vorrei salutarlo citando un passaggio di uno dei testi antico egizi che tanto amava e ben conosceva, dal “Libro per uscire al giorno”, formula 149, del Libro dei Morti:
«[…] Oh Residenza di Unnut […]
Io sono in essa come un grande tra i Glorificati.
Io sono tra le Infaticabili Stelle.
Il mio nome non sarà distrutto! […]
Io esisterò con voi, io vivrò con voi:
io sarò amato da voi più che i vostri dèi».
Ciao, caro Marco. Buona Duat.
'Sono felice di averti incontrato nel tempo, anche se tutto era allora così fugace e limitato’. S. Agostino.
Ci siamo incontrati in un tempo in cui ognuno era concentrato sulla propria carriera: la corsa alla prossima borsa di studio, ad un’altra pubblicazione, all’ennesimo convegno. Eppure in questo tempo così frenetico la tua grande umiltà, la tua discreta presenza, la tua entusiastica partecipazione, e il tuo strenuo, costante, appassionato impegno nella ricerca, non sono passate inosservate. Ti continueremo a pensare così, con il tuo sorriso gentile sempre pronto ad accogliere l’altro. Forse ci siamo conosciuti troppo poco in questo tempo, che per noi continua ad essere frenetico e fugace. Ma tu ci hai indotto a rallentare, per ritrovarci uniti nello sgomento e nella sofferenza di questo tragico evento. Ci hai donato il tempo. Grazie Marco.
Diletta Pubblico
Giorgia Cafici
Alice Dinegro
Alessandro Girardi
Stefania Mainieri
Massimiliano Nuzzolo
Stefano Vittori
Guilherme B. Pires
Enrico Pozzi
Ilaria Monfardini
Alberto Pollastrini
Renata Schiavo
Federico Poole
Martina Terzoli
Paolo Marini
Susanna Ruo Redda Moser
Cristina Alù
Vittoria Rapisarda
Camilla Persi
Tommaso Montonati
Beppe Moiso
Federica Ugliano
Ilaria Sieli
Lorenzo Guardiano
Laura Marucchi
SIMPOSIO ITALIANO DI EGITTOLOGIA In onore di Marco de Pietri (1990-2025)
Al Direttivo del Centro Italiano di Egittologia Giuseppe Botti, La notizia della prematura scomparsa del caro Marco lascia un vuoto incolmabile con cui non si riesce a fare i conti. Nel ricordarlo insieme a voi, ancora e ancora, vorrei esprimere innanzitutto le più sentite condoglianze alla sua famiglia, questo in nome del Simposio Italiano di Egittologia (SIdE). Marco era per noi un punto di riferimento, un collega stimatissimo e, per molti, sopra ad ogni cosa, un amico importante. A questo proposito, non posso non rievocare momenti come il nostro primo incontro, così come anche l’ultimo, realizzando al contempo i cambiamenti affrontati insieme nel contesto dei sei anni trascorsi tra questi. Conobbi Marco in occasione del ICYE (International Congress of Young Egyptologysts) a Leiden, nell’estate del 2019. Tra il pubblico partecipante alla prima keynote lecture, mi sedetti accanto a lui per puro caso e nello scoprire, all’improvviso, un connazionale, mi lasciai prendere dall’emozione così che trascorremmo tutta la serata in compagnia. Marco ascoltò la mia storia, io la sua, e l’affinità fu tale che passammo il resto della conferenza spesso seduti insieme. Il suo supporto fraterno e la sua vivacità sono stati per me grande motivo di ispirazione, così anche come motivo di conforto. Marco sapeva quanto soffrissi il mio perenne sentimento di lontananza ed estraniazione dalla scena accademica italiana e fece sempre di tutto, nel suo possibile, per tenermici vicina. La sua preparazione, nonché passione per la materia, trasmettevano un’energia e una positività senza pari. Ogni volta, dopo esserci confrontati riguardo alcuni dei miei dubbi più grandi, ne uscivo sempre rinata e conscia del fatto che “(se) Marco ha detto che si può fare, (e) allora si farà”. Ironicamente, il nostro ultimo incontro di persona fu di nuovo a Leiden, nell’estate del 2023 in occasione del grande ICE (International Congress of Egyptologysts). Marco era presente al mio intervento, il primo, del primo giorno di congresso, e sapeva bene del mio nervosismo. Poco prima di entrare in scena mi guardò e mi disse “Vai tranquilla, stasera ci brindiamo sopra a cena”. Non riusciva a non essere positivo e non lo ringrazierò mai abbastanza per questo. Nella mia mente non riesco a scostarmi dalla nostra ultima videochiamata, qualche mese fa, mentre ci ritrovammo a discutere-per l’ennesima volta-della diatriba Champollion- Ungarelli- Rosellini- Figeac. In questo frangente, Marco non ha perso occasione di ricordarmi quanto sarebbe stato interessante scrivere insieme un articolo ed investigare così su uno dei tanti italiani inclusi nel “Who Was Who in Egyptology”. Io, nel mio solito pessimismo, gli avevo risposto con un “Ma lascia stare, chi mai potrebbe trovarlo interessante”, e lui invece, colmo di incoraggiamento, aveva controbattuto con un “Non siamo sicuramente i soli”. Personalmente, lo ricorderò per sempre così. Purtroppo, non siamo riusciti a terminare i nostri progetti, vi preannuncio però che, se decidessi di perseguire ciò a cui avevamo pensato, sarebbe solo e soltanto in memoria di lui. A nome dei membri del Simposio Italiano di Egittologia, abbiamo pensato di raggruppare una quota volta ad onorare la memoria di Marco; tra i primi sostenitori del progetto, colui che ha sottolineato e promosso più volte la necessità di unità e confronto tra noi ricercatori di ultima generazione. Marco ha creduto talmente tanto nel programma da proporre la sede del Centro Italiano di Egittologia Giuseppe Botti come prossima sede del Simposio, cosa che, probabilmente, avrebbe rimarcato nel contesto del nostro prossimo incontro a luglio. Con questo nostro pensiero, la speranza è che il suo nome, il suo lavoro, la sua eredità e la sua persona in toto, in una prospettiva egizia pura del termine, non vengano mai dimenticati. A nome del Simposio Italiano di Egittologia (SIdE) Camilla Persi
Anche Blog professionali hanno voluto lasciare un saluto al caro Marco.
"Sembri riflettere luce d'eternità, acqua Verbanina....
Ma è Cristica Luce, che ti illumina.
Così come gli Angeli, muovono i tuoi venti."
Andrea Sassi - scrittore
Foto e video di vita quotidiana al CIEB - Conferenze, trasferte, video interviste, i nostri momenti di condivisione anche simpatici. Ricordi indelebili.
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