La città di Domodossola vanta antichissime origine pre-romane e viene comunemente identificata dagli studiosi con la città di Oscella, capitale dei Leponzi.
Il primo ad avanzare tale attribuzione è il geografo greco Claudio Tolomeo (II secolo d. C.) il quale chiama la città Oksela Lepontiorum. Nel VII secolo l'Anonimo Ravennate la definisce civitas e le attribuisce il nome di Oxilla. Intorno all'XI secolo la città assume il nome di Domus Oxile, in riferimento alla presenza della Chiesa Collegiata. Nel XII secolo compaiono le denominazioni Burgus Domi e Burgus Domi Ossule: la dicitura “borgo” deriva dalla presenza, oltre che della Chiesa Collegiata, anche del castello e del mercato. Nel 1704, Joannes Georgius Graevius, nel suo Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae: Ligurum et Insubrum, seu Genuensium et Mediolanensium, identifica Domodossola con Ocella.
Il nome successivamente si trasforma in Domiossola, Duomo d'Ossola(Giovanni Capis), Domo d'Ossola nell'Ottocento e, infine, nell'attuale Domodossola.
«Ἑν ταῖς Κοττίαις Ἅλπεσιν Ληποντίων Ὄσκελ(λ)α»
«Nelle Alpi Cozie è situata l'Oscel(l)a dei Leponzi»
(Tolomeo, Geografia).
Per maggiori informazioni si veda: https://www.comune.domodossola.vb.it
Domodossola vanta numerosi gioielli architettonici, uno di questi è il Sacro Monte Calvario divenuto patrimonio
dell'Unesco 2003
"Fin dal lontano 1657 il Sacro Monte Calvario di Domodossola fu luogo di pace, di preghiera e di meditazione.
Il complesso di edifici costruito sulla sommità del colle, con il passare di quei primi decenni dell'ottocento, ritrovò in parte la sua vitalità di casa per ritiri spirituali e luogo di preghiera diventando soprattutto casa di formazione dell'Istituto. Dopo alterne vicende, dal febbraio 1828, con la venuta di Antonio Rosmini divenne la culla dell' Istituto della Carità (Padri Rosminiani) da lui fondato.
Dal 1976 si è ripresa con rinnovato vigore l'ospitalità per quanti desiderassero nella pace e nel silenzio incontrare Dio e coltivare la crescita del proprio spirito nella fede, dando vita poco a poco all'attuale.
Nel 1991, dalla Regione Piemonte è stata istituita anche la Riserva Naturale Speciale Regionale.
La sua Storia
Dedicato alla Passione e Morte di Cristo, dopo tristi anni di abbandono, il Sacro Monte Calvario ritrovò, con l'avvento dei Padri Rosminiani, la propria dignità di luogo di fede e di meditazione."
Testo tratto da
https://www.sacromontecalvario.it
Il Mercato
Simbolo della città, piazza Mercato è caratterizzata da Portici quattrocenteschi che sostengono le case padronali a balconate e loggette del XV e XVI secolo. I capitelli delle colonne, sui quali insistono archi romanici e gotici scompagnati, sono finemente scolpiti e nelle testate recano stemmi delle casate ossolane, tra le quali figurano i De Rodis, i Silva, i Da Ponte e i Ferrari. Nel centro della piazza si ergeva un tempo il palazzo trecentesco del Comune, demolito nel 1805 per permettere l’apertura della strada napoleonica del Sempione. Sul lato settentrionale era localizzato anche il palazzo del vescovo-conte con la relativa torre, mentre sul lato meridionale della piazza è ancora oggi possibile ammirare il Teatro Galletti. La concessione del mercato settimanale al borgo di Domodossola, secondo la targa posta nel 1891 nella piazza stessa, sarebbe stata elergita da Berengario I il 19 dicembre 917. Il diploma originale risulta però alterato. Il Mercato è comunque sicuramente di antichissima origine, probabilmente presente già all'epoca dei Leponzi.
«The square market-place of Domo d'Ossola is quite picturesque with its arcade supported by columns, its jutting balconies and overhanging roofs, its pillared galleries, and its pavilions surmounted by weather vanes»
«Disposta in forma di trapezio, la piazza del Mercato di Domodossola è piuttosto pittoresca, con le sue arcate sostenute da colonne, i suoi balconi protesi in avanti, i suoi tetti sporgenti, i suoi colonnati e i suoi padiglioni ornati di banderuole»
(Théophile Gautier, Journeys in Italy, 1902)
Per maggiori informazioni si veda: https://www.comune.domodossola.vb.it
La stazione
La Stazione Internazionale di Domodossola.
Di rilevante importanza è, all’interno della città di Domodossola e in posizione centrale, la presenza di una Stazione Internazionale che congiunge la città con numerose mete italiane ed estere. La presenza in passato di diligenze che valicavano il passo del Sempione è alla base della scelta di eleggere Domodossola sede di stazione ferroviaria.
La stazione di Domodossola viene costruita nell'ambito del progetto di collegamento ferroviario alla linea che, il 10 marzo del 1864, da Novara connette il Lago d'Orta a Gozzano. Il progetto, sin dagli anni settanta del XIX secolo, mira a rompere l'isolamento in cui versava la valle oltre che ad assicurare il proseguimento del traffico viaggiatori soprattutto internazionale che, in diligenza, proveniva dal Passo del Sempione e dalle varie località della stessa Val d'Ossola e delle Val Divedro, Val Vigezzo e Val Bognanco. Ma è solo dopo l'emanazione della Legge Baccarini, nel 1879, che viene data autorizzazione a costruire una linea che congiunge il Sempione a Domodossola. I lavori iniziano alcuni anni dopo e il 9 settembre 1888 il treno inaugurale raggiunge Domodossola collegandola a Novara, realizzando così anche il collegamento verso Torino. La stazione ha da quel momento uno sviluppo costante di traffico che si incrementa con la costruzione della Stazione Internazionale inaugurata nel 1906 in seguito all'apertura del traforo del Sempione. Contemporaneamente viene attivato il collegamento ferroviario diretto con Arona e Milano.
Il traffico della stazione subisce un ulteriore incremento dal 1913, in seguito all'apertura della Galleria del Lötschberg che convoglia sul Sempione merci e viaggiatori provenienti dalla Svizzera, e dal 1923 in seguito all'apertura della Ferrovia Vigezzina.